La Crimea offre molte attrazioni turistiche, tra cui bellissime spiagge, paesaggi pittoreschi, città storiche e castelli, oltre a numerose opportunità per praticare sport acquatici e escursionismo in montagna.
Una delle maggiori attrazioni turistiche della Crimea è il Mar Nero, con le sue splendide spiagge e acque ideali per nuotare, fare immersioni, vela e windsurf. Vale la pena visitare anche le città pittoresche come Sevastopoli, Jalta e Simferopoli, famose per i loro monumenti, la cultura e la storia.
A Jalta si trova il Palazzo dei Leoni, che fu la residenza estiva degli zar russi, e il famoso Parco di Livadia, dove nel 1945 si tenne la Conferenza di Yalta.
Simferopoli è la capitale della Crimea e offre molte attrazioni turistiche, tra cui musei, gallerie d’arte e edifici storici.
La Crimea è anche una regione montuosa che offre molte opportunità per arrampicata, trekking e mountain bike.
Nelle montagne crimeane si trovano vallate pittoresche, cascate e grotte che attirano turisti da tutto il mondo.
I Tartari di Crimea e il Khanato di Crimea
I Tartari di Crimea sono un popolo turcofono, la cui lingua — il Qırım tili — appartiene al ramo kipchak delle lingue turche, vicina al karaim e al tartaro di Kazan’.
La loro identità si è formata principalmente intorno al Khanato di Crimea, esistito dal 1441 al 1783.
Il Khanato nacque come uno dei successori dell’Orda d’Oro, e il suo primo khan fu Hadži Girej. Dal XVI secolo fu vassallo dell’Impero Ottomano, ma mantenne una significativa autonomia.
Il Khanato conduceva numerose spedizioni di razzia contro la Rus’, la Lituania e la Polonia, commerciando anche prigionieri, fonte importante di reddito.
Nei rapporti con la Repubblica delle Due Nazioni (Polonia-Lituania) furono talvolta nemici, talvolta alleati, ad esempio durante le guerre contro i Turchi o la Moscovia.
Nel 1783 la Crimea fu occupata dalla Russia sotto Caterina II, segnando la fine del Khanato indipendente.
Iniziarono repressioni, russificazione ed emigrazioni dei Tartari, soprattutto verso l’Impero Ottomano. Nel XIX secolo molti Tartari di Crimea emigrarono in Anatolia e in Romania; i loro discendenti vivono ancora lì.
Nel 1944 Stalin accusò i Tartari di Crimea di collaborazionismo con i nazisti e ordinò la deportazione di massa di tutta la comunità (circa 200-250 mila persone) in Uzbekistan, Kazakistan e Siberia. Molti morirono durante il trasporto e nei primi anni di esilio.
La Crimea fu così spogliata dei suoi abitanti autoctoni; dopo la deportazione, le loro case furono assegnate a russi e ucraini.
Fino alla fine degli anni ’80 i Tartari non avevano il diritto di tornare.
Dalla fine degli anni ’80 e dopo il crollo dell’URSS, i Tartari iniziarono a rientrare in Crimea. Prima dell’annessione russa del 2014 costituivano circa il 12-15% della popolazione della penisola.
I Tartari si opposero fermamente all’annessione russa, subendo repressioni: il divieto di attività del Mejlis (il loro parlamento), arresti e sparizioni di attivisti.
Autonomia della Crimea nell`ambito dell`Ucraina
La Crimea godeva di uno status speciale di autonomia nell’ambito dell’Ucraina, e la presenza della Flotta russa del Mar Nero è stata un fattore geopolitico rilevante fin dall’indipendenza ucraina.
Dopo il crollo dell’URSS nel 1991, la Crimea divenne parte dell’Ucraina indipendente come Repubblica Autonoma di Crimea (Автономна Республіка Крим).
Aveva un proprio parlamento (Verkhovna Rada della ARC) e una Costituzione della Crimea, approvata dal parlamento ucraino.
Le lingue ufficiali erano: ucraino (lingua di Stato), russo (praticamente dominante) e tataro di Crimea (in teoria).
La Crimea non aveva autonomia in politica estera né difesa, sotto controllo del governo di Kiev, ma godeva di ampia autonomia culturale ed economica.
Sevastopoli era formalmente città separata e non amministrativamente parte della ARC. Dal periodo zarista e sovietico ospitava la principale base della Flotta del Mar Nero russa (precedentemente sovietica).
Sebbene la Crimea fosse parte dell’Ucraina, nella pratica:
- Esistevano controlli stradali e di polizia (soprattutto dopo il 2004 e la Rivoluzione Arancione), soprattutto per gli stranieri.
- Per i cittadini ucraini non era un vero “confine di Stato”, ma spesso si controllavano documenti e veicoli, similmente a come avviene tra l’area Schengen e zone non Schengen.
- Dopo la guerra in Georgia (2008) e l’aumento delle tensioni con la Russia, l’Ucraina ha inasprito i controlli agli ingressi in Crimea per limitare l’influenza dei servizi russi.