La Macedonia del Nord è un paese piccolo ma molto vario nei Balcani, che offre una combinazione unica di paesaggi splendidi, un ricco patrimonio culturale e ospitalità. È il luogo ideale per chi cerca esperienze turistiche autentiche fuori dai sentieri battuti.
La cucina macedone è un mix di influenze balcaniche e mediterranee, con piatti come il tavče gravče (fagioli al forno in una pentola di terracotta), l’ajvar (pasta di peperoni) e l’insalata shopska.
Graffiature degli occhi alle immagini dei santi nelle chiese macedoni
Il fenomeno delle facce o degli occhi graffiati sulle icone nelle vecchie chiese delle zone conquistate dall’Impero Ottomano ha diverse possibili spiegazioni, che derivano sia dal contesto religioso sia da quello storico:
Iconoclastia musulmana – L’Islam nella sua tradizione proibisce la rappresentazione di figure umane e divine, il che potrebbe aver portato alla distruzione delle icone nelle chiese conquistate. I Turchi ottomani generalmente tolleravano il cristianesimo, ma fanatici locali o funzionari potevano distruggere le immagini dei santi, specialmente i volti e gli occhi, come modo per cancellare “l’anima” della figura rappresentata.
Vandalismo comune – In periodi di guerre, rivolte o semplici atti di violenza, la distruzione dei luoghi di culto era frequente. Le icone potevano essere danneggiate da soldati, saccheggiatori o nemici della comunità come forma di umiliazione.
Molte chiese considerano tali danni come parte della loro storia — testimonianza di tempi difficili attraversati. Inoltre, nel restauro dei beni culturali spesso si applica il principio della minima interferenza, quindi se non è necessario ricostruire, si lascia lo stato originale, soprattutto se non si è certi dell’aspetto originario.
La questione del nome Macedonia
La disputa riguardava il nome ufficiale dello Stato che, dopo la dissoluzione della Jugoslavia nel 1991, proclamò l’indipendenza come Repubblica di Macedonia. La Grecia si oppose all’uso del nome Macedonia perché:
- Reclami storici – I Greci ritenevano che il nome “Macedonia” appartenesse esclusivamente alla provincia greca di Macedonia ed fosse parte integrante dell’eredità dell’antica Grecia (Alessandro Magno, Filippo II).
- Timori di revisionismo territoriale – In Grecia si temeva che lo Stato macedone potesse un giorno avanzare pretese sulla provincia greca omonima (anche se Skopje non ebbe mai piani concreti di annessione).
- Identità culturale – La Grecia non riconosceva che gli Slavi dell’attuale Macedonia del Nord avessero diritto all’eredità degli antichi Macedoni, poiché i loro antenati arrivarono in quelle terre solo nel VI secolo d.C.
La questione non è del tutto chiusa, perché continuano a verificarsi tensioni, soprattutto riguardo all’uso della simbologia macedone da parte di Skopje.
Chi erano i Macedoni?
Il fatto se gli antichi Macedoni fossero Greci è uno dei temi più controversi della storiografia. Studi recenti suggeriscono che la cultura macedone aveva molto in comune con quella greca, ma mostrava anche alcune differenze. Le questioni chiave riguardano l’identità etnica, la lingua e la percezione della Macedonia da parte degli altri Greci.
I Macedoni si trovavano ai margini del mondo greco. Il regno di Macedonia, situato a nord della Tessaglia, si avvicinava culturalmente alla Grecia. Alcune fonti greche suggeriscono che i Macedoni fossero considerati popolazioni semi-barbariche. Tucidide e Erodoto menzionano la Macedonia come una regione periferica del mondo greco.
La lingua parlata dai Macedoni rimane oggetto di dibattito. Le fonti scritte sono scarse e la maggior parte dei testi conservati dalla Macedonia sono in greco classico, riflettendo l’uso di questa lingua dall’élite.
Tuttavia, vi erano differenze dialettali – nelle iscrizioni e nei nomi macedoni si trovano caratteristiche assenti in altri dialetti greci. Alcune teorie suggeriscono che la lingua macedone fosse:
- Un dialetto greco, vicino al greco eolico o dorico.
- Una lingua indoeuropea separata, con influenze greche.
- Una lingua mista, contenente elementi tracici e illirici.